Chiesa Madre S. Maria della Provvidenza

La Chiesa Madre, intitolata alla Patrona, è il monumento più importante della città, svettante su una scenografica e ampia scalinata in pietra lavica, che crea un netto contrasto con la bianca facciata dell'edificio. La costruzione di questa chiesa iniziò nel 1731 per volere di don Francesco Gagliano, ma la sua storia fu da subito travagliata. Nel corso dei secoli, la struttura è stata più volte rimaneggiata e ampliata, anche a causa dei numerosi eventi sismici che la resero inagibile. La chiesa originaria, più piccola e disposta perpendicolarmente a quella attuale, fu distrutta dal terribile terremoto del 20 febbraio 1818, che causò ventinove vittime. I lavori di ricostruzione furono avviati nel 1832 e completati nel 1837, a seguito dei quali l'allora vescovo di Catania, mons. Orlando, la dichiarò "Chiesa Matrice". Un nuovo intervento nel 1882 portò all'allungamento delle navate. Un altro momento cruciale fu il terremoto del 1984, che causò il crollo della volta della navata centrale e rese la chiesa inagibile per ben quattordici anni. Dopo un importante recupero e restauro, la chiesa fu riaperta al culto e consacrata dal Cardinale Salvatore Pappalardo il 30 ottobre 1997. L'ultima fase di ripristino si è resa necessaria nel 2021, in seguito all'inagibilità causata dal terremoto del 2018.
L'esterno è caratterizzato dall'imponente facciata in pietra bianca di Siracusa, realizzata tra il 1897 e il 1928 su progetto dell'architetto Carmelo Sciuto Patti in stile eclettico, con elementi che spaziano dal barocco siciliano al liberty. Il prospetto è formato da un corpo centrale leggermente arretrato rispetto ai due campanili gemelli.

 

L'interno, elegante e sobrio nel suo insieme, è a croce latina e a tre navate. All'incrocio del transetto con la navata centrale si innalza la cupola. L'abside presenta un altare maggiore di pregevole fattura, al di sopra del quale si erge maestoso un grande quadro della Madonna della Provvidenza, opera novecentesca del pittore Raffaele Stramondo. Dello stesso autore, sempre nell'abside, si trovano a destra Il sacrificio di Melchisedech e a sinistra La Cena di Emmaus. 
Le cappelle laterali arricchiscono le navate: in fondo alla navata destra si trova la cappella della Madonna della Provvidenza, uno splendido altare in marmo policromo che incastona il venerato quadro della Madonna, dipinto nel 1838 da Giuseppe Rapisarda. In fondo alla navata sinistra, invece, si trova la cappella del Santissimo Sacramento; sull'altare, fiancheggiato dalle statue di Santa Margherita Maria Alacoque e Santa Giuliana Falconieri, è posto il simulacro del Sacro Cuore di Gesù. Lungo il transetto si trovano a destra l'altare di San Giuseppe, con una grande pala dipinta dal pittore zafferanese Giuseppe Sciuti nel 1854 a soli vent'anni, e a sinistra l'altare del Santissimo Crocifisso, con un monumentale Crocifisso ligneo ottocentesco alla base del quale è posto un quadro dell'Addolorata. Infine, quattro statue si fronteggiano nelle navate laterali: a destra troviamo Sant'Antonio di Padova e Sant’Agata, patrona dell’Arcidiocesi di Catania, mentre a sinistra sono collocate Sant'Antonio abate, compatrono della città, e Santa Lucia.


Chiesa Madonna delle Grazie

La storia della Chiesa della Madonna delle Grazie affonda le sue radici subito dopo il terremoto del 1818, che aveva reso inagibile la chiesa madre Santa Maria della Provvidenza. La costruzione originale, su una proprietà privata, era inizialmente in legno. Successivamente ebbero inizio i lavori definitivi, che non furono però ultimati, lasciando la chiesa incompleta per lungo tempo. Un recente e cruciale intervento di completamento e restauro ha permesso di aprirla finalmente al culto. La chiesa è stata benedetta l'8 dicembre 1995 dall'arcivescovo emerito di Catania, Luigi Bommarito.

La facciata, realizzata in stile liberty, è suddivisa in tre parti da paraste con inserti dello stesso stile. La porzione centrale presenta il portale d'ingresso e culmina nella croce. Ai lati, le porzioni laterali si elevano, finendo a destra nella torretta dell'orologio e a sinistra nella torre campanaria. Al di sopra del portale, all'interno di una cornice semicircolare, si trova un altorilievo raffigurante due angeli che sostengono la "M" di Maria. Inoltre, in facciata si trova una nicchia che ospita una statua in pietra bianca della Madonna delle Grazie.

L'interno si sviluppa in un'unica navata con copertura lignea. L'altare maggiore ospita la statua lignea della Madonna delle Grazie. Lungo la navata, la parete destra è impreziosita da un dipinto che raffigura la Visitazione di Maria a santa Elisabetta e dalla statua del Sacro Cuore di Gesù. Nella parete sinistra, invece, si trovano un dipinto raffigurante l'Annunciazione e una statua di San Mauro abate.


Palazzo Municipale

L'elegante palazzo municipale, costruzione di fine Ottocento, si erge affacciandosi sulla centralissima piazza Cardinale Pappalardo allo stesso livello urbanistico della chiesa madre. Questo edificio rappresenta un pregevole esempio di stile Liberty, caratterizzato da un raffinato cornicione merlato e da delicati inserti floreali sul prospetto principale. Elemento centrale e di grande rilievo è lo stucco posizionato sopra il balcone d'onore, che riprende lo stemma comunale: un'aquila che stringe tra gli artigli due grappoli d'uva, posta sopra un medaglione in cui è raffigurata l'Etna in eruzione.

L'edificio, reso inagibile dal sisma del 19 ottobre 1984, è stato oggetto di un lungo e meticoloso restauro. È stato infine inaugurato il 30 maggio 2009.

All'interno del palazzo sono custodite due significative opere del pittore locale Giuseppe Sciuti: la grande tela allegorica dal titolo "Col benessere fioriscono le arti e le scienze" e un "Ritratto di ignoto".

A queste si aggiunge un'importante opera conservata all'interno della Sala Consiliare, un dipinto che raffigura l'eruzione dell'Etna del 1792, testimonianza di un evento storico e di una profonda devozione popolare.

Per accedere al municipio dalla piazza, si percorre una scenografica scalinata curvilinea a doppia rampa, impreziosita da lampioni anch'essi in stile Liberty. Al centro di questa scalinata è collocato un busto in memoria del pittore Giuseppe Sciuti, al quale Zafferana ha dato i natali.


Chiesa S. Giuseppe - Pisano Etneo

La chiesa fu originariamente eretta nel 1692 per volere di Andrea Riggio, all'epoca vescovo di Catania. Questa prima costruzione, tuttavia, venne completamente rasa al suolo dal terremoto che colpì la zona nel 1894. L'attuale edificio fu ricostruito nel 1902 su progetto dell'architetto catanese Filadelfo Fichera e presenta una planimetria a croce latina con un elegante prospetto in stile romanico-lombardo.

All'interno, sono custodite importanti opere d'arte, tra cui un quadro di San Giuseppe dipinto da Antonio Bova.

Degno di nota il fonte battesimale lapideo proveniente all'antica chiesa.

Le absidi sono arricchite dagli affreschi di Rosario Scavo, tra cui quelli che raffigurano il Transito di San Giuseppe e il Trionfo della Croce. L'intera struttura è stata oggetto di una ristrutturazione nel 1995, necessaria per riparare i danni subiti a causa del terremoto del 1984 e nel 2025 a seguito del terremoto del 26 dicembre 2018.

Particolare degli affreschi: Beato Transito di S. Giuseppe


La Cisternazza - Pisano Etneo

La cisterna rappresenta la costruzione più antica del comune di Zafferana Etnea. Si tratta di una grossa struttura di forma ottagonale, la cui realizzazione fu voluta verso la fine del XVII secolo dal vescovo Andrea Riggio come parte integrante del suo complesso residenziale.

Questa cisterna ha dimensioni notevoli, con una bocca di 3,2 metri e una profondità di circa una decina di metri. Essa è posizionata al centro di un cortile caratterizzato dalla presenza di pregevoli sedili in pietra lavica. Al cortile si accede tramite un portale in basalto e una scalinata. Le sue funzioni erano vitali per la comunità: fino agli inizi del XX secolo, la popolazione utilizzava l'acqua convogliata in questa cisterna dai tetti delle abitazioni circostanti e della chiesa per l'approvvigionamento idrico.


Chiesa Madonna del Rosario - Fleri

Chiesa antica

La storia dell'edificio affonda le radici nel 1667, quando nel fondaco detto delle Verginelle fu eretta una prima chiesa dedicata a Sant'Agata per servire le esigenze religiose dei contadini locali. Questa costruzione originaria fu successivamente ridotta a un rudere dal terremoto del 1984.

Rendendosi conto della crescente necessità di un edificio più ampio, la baronessa Caterina Guttadauro Francica Nava si impegnò per la costruzione di una nuova chiesa. Il progetto, probabilmente opera dell'architetto Carmelo Sciuto Patti, fu completato nel 1872. La nuova chiesa, intitolata alla Madonna del Rosario e a Sant'Agata, fu benedetta il 3 settembre 1872 dal Vescovo di Caltanissetta, Monsignor Giovanni Guttadauro, e divenne sacramentale per volere del Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet. Fu poi elevata a parrocchia il 25 maggio 1928. Durante la Seconda guerra mondiale, la chiesa ebbe un ruolo di custode, ospitando dietro l'altare maggiore le preziose reliquie di Sant'Agata provenienti dalla Cattedrale di Catania.

Chiesa nuova

La nuova chiesa, progettata dall'architetto Ugo Cantone, è posta a sud della chiesa originaria; il prospetto, assolutamente distante dai canoni classici, si distingue in modo netto dall'antica chiesa.

Al suo interno sono custodite le opere provenienti dalla chiesa antica, come il simulacro e la pala d'altare della Madonna del Rosario, la pala d'altare di S. Antonio di Padova che predica ai pesci, altri elementi architettonici recuperati.
Degne di nota le opere in terracotta del M° Cunsolo (Crocifisso, S. Agata, Pietà).